Archimede, grande ingegno siciliano

Archimede nacque a Siracusa nel 287 a.C. e vi morì nel 212 a.C.. È considerato uno dei più grandi matematici e scienziati della storia e il più grande del mondo antico. I suoi studi spaziavano dalla geometria all'idrostatica, dall'ottica alla meccanica. Calcolò la superficie e il volume della sfera e le leggi del galleggiamento dei corpi. Nel campo ingegneristico scoprì il funzionamento delle leve e costruì molte macchine, anche da guerra. Infatti, quando Roma assediò per due anni Siracusa, dal 214 a.c.al 212 a.C., il genio siracusano riuscì a progettare tante macchine belliche e contribuì all'eroica e tragica resistenza di Siracusa alle forze d'assalto romane. Sicuramente l'invenzione più famosa di Archimede per contrastare i Romani furono gli specchi ustori, i quali grazie allo loro forma concava attiravano i raggi solari che con i riflessi degli specchi diventavano un'arma potente incenerendo le navi romane. Non è sicuro se questa invenzione funzionò davvero perché, come dicono gli esperti, gli specchi per poter riflettere i raggi solari capaci di bruciare una nave dovevano avere dimensioni gigantesche e all'epoca non ci sarebbero stati i mezzi tecnologici per poter costruire marchingegni così grandi. L'assedio romano alla città di Siracusa fu la conseguenza del tradimento della città siciliana nei confronti di Roma. Storicamente siamo nel bel mezzo della seconda guerra punica, (218-202 a.C.) quando Annibale generale cartaginese invase l'Italia. I greci di Sicilia con a capo Siracusa, che mal sopportavano la dominazione romana, si allearono con il generale punico. Roma prese dei provvedimenti e preparò una legione per sedare la rivolta in Sicilia e schiacciare soprattutto la ribelle Siracusa, che fino ad allora godeva di una forte autonomia a dispetto del resto della Sicilia che era sotto la completa dominazione romana. Il comandante della spedizione romana era il console e generale Marco Claudio Marcello, un uomo crudele e senza scrupoli che per riprendere in mano la Sicilia trucidò molti siciliani. Quando Siracusa cadde nel 212 a.C., narrano le fonti che Archimede si trovava nella sua casa intento a fare calcoli, come sempre, per i suoi studi e un soldato romano lo uccise per errore non riconoscendo il grande scienziato siracusano. Si tramanda che i Romani furono molto dispiaciuti dell'accaduto, perché un genio della sua portata sarebbe stato sicuramente utile per la loro causa. Il luogo di sepoltura di Archimede non è mai stato accertato con sicurezza ma, la presunta tomba è localizzata in una grotta naturale all'interno della necropoli delle Grotticelle, che è ubicata a nord del parco archeologico della Neapolis nella città di Siracusa.

L'eredità scientifico-matematica di Archimede è arrivata fino ai giorni nostri attraverso studiosi quali Galileo Galilei, Johannes Keplero, Isaac Newton e pittori come Piero della Francesca e Raffaello. Da non dimenticare che, anche il grande poeta tedesco Frederich Schiller scrisse in onore dello scienziato siracusano una poesia dal titolo: "Archimede e il giovinetto". E ancora per celebrare il genio siracusano, fu dato il nome di Archimede ad un cratere lunare e ad un asteroide che fu chiamato 3600 Archimede. Nella città di Siracusa fu eretta una statua in suo onore e il Tecnoparco Archimede, uno spazio in cui sono riprodotte le sue invenzioni. Anche la Germania ha reso onore al genio dello scienziato di Siracusa, erigendo a Berlino al Treptowen una statua. Infine la Grecia, con un museo dedicato ad Archimede nella città di Archea Olympia, onora la grandezza di questo gigante della scienza e della matematica.

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